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Sostenere una buona causa

In tempi passati, neanche tanto lontani, quando si parlava di beneficenza lo si doveva fare con un certo timore, quasi fosse una cosa intima e appartenente alla sola sfera privata. Certamente l’essere solidali con una causa che si reputa buona ha delle radici profonde che vanno a toccare il nostro personale, quando si decide di appoggiare una onlus piuttosto che un’altra la scelta non è mai razionale, ma è dettata dal cuore e da quanto ci sentiamo coinvolti emotivamente.

Eppure, oggi la beneficenza ha molto più valore se viene palesata e comunicata alla propria cerchia di conoscenze, soprattutto se online. Sì, perchè più se ne parla e più si diffonde la mission che si appoggia con essa: nell’era digitale se non comunichi non sei efficace e quindi perdi delle opportunità. Le Onlus hanno estremo bisogno di questo, in quanto la loro sopravvivenza dipende da quante persone sono a conoscenza della causa che esse promuovono.

CBM_infografica (6)Una di queste è CBM Italia Onlus, un’Organizzazione Non Governativa (ONG) parte di CBM International, la più grande organizzazione umanitaria internazionale senza scopo di lucro attiva dal 1908 che assiste, cura, include e fornisce una migliore qualità di vita alle persone con disabilità che vivono nei Paesi più poveri. CBM opera in Africa, Asia e America Latina in stretta collaborazione con partner locali, sostenendo progetti e interventi di tipo medico-sanitario, riabilitativo ed educativo. In 65 Paesi con 672 progetti ha curato e donato una vita migliore a 32 milioni di persone. Uno dei progetti più belli di sensibilizzazione promosso da CBM in Italia è stato nelle scuole: al fine di diffondere consapevolezza dell’importanza della prevenzione e cura delle malattie visive nei bambini è stato prodotto “Apriamo gli occhi!” con una serie di materiali didattici e audiovisivi.

Chi sostiene CBM Italia significa che vuole costruire una società migliore in cui le persone con disabilità possono sviluppare le proprie capacità e vivere la vita al meglio delle proprie possibilità. Una mission forte e carismatica supportata da progetti sul campo nei Paesi in Via di Sviluppo e la sensibilizzazione e l’informazione dell’opinione pubblica per diffondere le tematiche della disabilità evitabile. Essendo così importante l’advocacy, CBM ha commissionato una ricerca in Italia (che vi invito a scaricare qui) e, tra il 10 e il 14 maggio 2015, sono state effettuate 1.574 interviste on line allo scopo di verificare l’opinione degli Italiani in merito a tematiche come l’ingiustizia, l’emarginazione e il disagio sociale. Dalla ricerca è emerso che gli Italiani, ai primi posti della classifica delle Buone Cause in cui è giusto impegnarsi, collocano:
  • Le categorie vulnerabili (bambini, donne, anziani, persone con disabilità)
  • Paesi in Via di Sviluppo (lotta alla povertà, interventi nelle situazioni di crisi ed emergenze, prevenzione sanitaria, progetti educativi e formativi )

Vi ritrovate in queste due macro aree quando pensate a sostenere qualche progetto solidale? Personalmente mi sento più vicina alla prima, soprattutto da quando sono diventata mamma ho sviluppato una particolare sensibilità verso l’infanzia non tutelata. Qui vi ho raccontato il mio sì a la Lega del Filo d’Oro, un sì che continua tutt’ora senza esitazione. Credo davvero che anche nel mio piccolo, con un semplice blog, io posso fare la differenza, non tanto per quel che do ma per quel che diffondo.




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