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Non fare il pollo: perchè bisogna sapere la verità sulla carne di pollo

Written by Lara Rigo

A fine giugno sono stata invitata all’incontro conclusivo della campagna #Wilpollo (vi consiglio di leggere la puntata precedente con Simone Rugiati qui), una conferenza stampa davvero interessante promossa da Unaitalia (Unione Nazionale Filiere Agroalimentari delle Carni e delle Uova), l’associazione di categoria che tutela e promuove le filiere agroalimentari italiane delle carni e delle uova e rappresenta oltre il 90% dell’intera filiera avicunicola nazionale ed una fetta molto cospicua di quella suinicola, e ne valorizza in ogni sede la relativa immagine.

Lo scopo era quello di sfatare sei verità “scomode” che il povero pollo si porta dietro da tanti anni e che non merita certo di avere. Per fare questo è stato schierato un vero e proprio team di esperti, dal pediatra al veterinario, che ha risposto alle bugie sul pollo attraverso la nuova campagna 6 Verità sul pollo che vi invito a leggere perchè mi ha davvero chiarito tanti falsi miti che mi portavo dietro ingiustificatamente.

Per quanto mi riguarda, io la adoro e costituisce l’80% di quello che cucino, insieme al tacchino. Un’aspetto su cui abbiamo riflettuto durante la conferenza stampa è stato il fatto che si ha l’idea che il pollo sia una carne associata a stati di malessere, ospedale e anzianità: ammettetelo, il petto di pollo al vapore vi suggerisce proprio questo! Niente di più sbagliato, sappiamo bene che le ricette e le possibilità di questo tipo di carne sono ben più variegate e gustose, basti pensare al pollo al curry per cui impazzisco letteralmente!

Mi piace cucinare il pollo con il limone – rivela Maurizia Cacciatori, testimonial della campagna – lo faccio a tocchetti, lo infarino un po’ e ci aggiungo il limone così si forma una salsina che piace molto ai miei figli. Oppure lo cucino anche in modo molto semplice arrosto e poi gli aggiungo una sottiletta o un po’ di pomodoro”. Per la Piccinini invece vince la tradizione di famiglia: “La mia ricetta preferita è il pollo al latte che mi ha insegnato mia mamma: taglio il pollo a striscioline e lo infarino; preparo in una padella olio e scalogno tritato, aggiungo il pollo e il latte e lo lascio rosolare finché è cotto, condendolo con la salsa che si forma, in genere lo accompagno con verdure o insalata”.

infografica_Pollo_SaluteUn altro problema legato a questa “psicologia” è anche quello sollevato da Alessandro Cecchi Paone in sede di conferenza stampa: occorre aggiornare i repertori visuali televisivi e giornalistici sugli allevamenti di pollo, in quanto ogni volta che si fa un servizio o un articolo vengono usate immagini appartenenti a realtà non italiane (basti vedere ‘articolo uscito si Vanity Fair e che ho segnalato sulla mia pagina FB) oppure non aggiornate. Ecco perchè la campagna W il pollo mi piace: è fresca, simpatica, intelligente e attuale, e ha infografiche utilissime e immediate.

Nel corso di queste settimane avrò la possibilità di approfondire bene le #seiverità e mi piacerebbe avere un confronto diretto con voi, in quanto Unaitalia si è resa disponibile a rispondere attraverso noi blogger a tutti i dubbi e perplessità sulla carne di pollo. Quindi vi chiedo: qual è la paura più grande che avete verso l’utilizzo di questa carne?


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