Qualche settimana fa ho avuto il piacere di incontrare già per la terza volta Francesca Valla, la tata del programma SOS Tata e figura diventata ormai molto cara alle mamme e ai bambini. E ogni volta che la incontro la trovo sempre più meravigliosa: mi trovo a pensare che vorrei che tutte le educatrici fossero così, sicuramente i bambini andrebbero all’asilo o a scuola molto più volentieri.
L’occasione è stata fornita grazie all’Osservatorio Chicco, il centro ricerche dedicato alla conoscenza del bambino e dei suoi bisogni psico-fisici, emotivi e sociali, che svolge un ruolo fondamentale nella ricerca – grazie al continuo confronto con il mondo scientifico, le associazioni e le istituzioni operanti nel mondo dell’infanzia – e nel supporto a mamme e papà per sciogliere numerosi dubbi. Quando un brand conosciuto e affermato come Chicco decide di mettersi in ascolto dei suoi clienti non può che uscirne un prodotto quanto mai vicino alle esigenze che di volta in volta vengono espresse.
Studiati con esperti del settore #inviaggioconChicco pic.twitter.com/sTWTjYPEvh
— Lara Schiesari Rigo (@mammariccia) 4 Luglio 2014
Il tema dell’incontro bresciano a cui ho partecipato riguardava un argomento “scottante”: la suzione e l’uso del ciuccio. Come vi avevo già anticipato qui, mia figlia in questo periodo ha questo piccolo “problema” di aver iniziato a volere il ciuccio a due anni compiuti ed quindi ero molto curiosa di conoscere la risposta che la tata mi avrebbe dato. I principali dubbi dei genitori circa l’utilizzo del succhietto riguardano l’incidenza sullo sviluppo della dentizione, la possibilità di utilizzarlo durante la notte e quali siano le modalità per disabituare il bimbo al suo utilizzo.
In primis c’è da sfatare un mito: chi produce ciucci non cerca di mettere l’allattamento materno in secondo piano, anzi. L’allattamento materno, qualora si fosse in grado, è una pratica da sostenere sempre, perché naturale e pratico; la funzione che il seno assolve non è solo quella nutritiva ma anche quella di coccola e di consolazione. Ma se queste ultime diventassero prevalenti e creassero stress e ansia alla mamma, non c’è niente di male nel fornire al pupo il ciuccio. Una frase che mi ha colpito della tata è stata: “Perdonatevi!”. Mamme, ve lo dico anch’io: non siate arroccate sulle vostre convinzioni, mettete al primo posto l’armonia vostra e di conseguenza quella del bambino, una mamma serena crescerà un bambino sereno, sempre. Perché, come ha detto Francesca, la realtà con i nostri figlia la viviamo a casa noi, tutti i giorni.
Meglio il benessere psicologico rispetto a un denti o storto che si può comunque rimediare #inviaggioconChicco
— Lara Schiesari Rigo (@mammariccia) 4 Luglio 2014
Alcuni usi e utilità del ciuccio:
- Ha un ruolo fondamentale nella coordinazione di respirazione e deglutizione e nella stimolazione della corretta funzionalità dei muscoli del visino.
- La lingua durante la suzione esercita una spinta sul palato che ne determina il fisiologico allargamento, consentendo la corretta formazione del cavo orale.
- Secondo uno studio pubblicato su Pediatrics, organo ufficiale dell’American Academy of Pediatrics, l’utilizzo del succhietto durante il sonno può concorrere a ridurre il rischio di SIDS (morte in culla), in quanto la respirazione risulta facilitata dalla posizione della lingua e il sonno è meno profondo.
Quando toglierlo? Il Ministero della Salute consiglia di togliere il succhietto entro i 36 mesi, iniziando dopo i 24 ad attuare azioni dissuasive per indurre il piccolo a lasciarlo gradualmente. A questo punto sono arrivata io con la mia situazione critica: mia figlia ha iniziato a due anni a volere il ciuccio per dormire. La risposta della tata è stata esemplare: mai procedere a un addormentamento solitario, ma accompagnare il bimbo verso la nanna stando con lui e facendogli sentire la nostra presenza. Per mia figlia, mi ha suggerito di leggerle o di raccontarle una storia in cui inserire piccole parole che solo lei deve completare (ad es. “e adesso suona il campanello… come fa il campanello?”) e per questo, dirle che se ha il ciuccio non si riesce a capire che cosa ha pronunciato. In questo modo, mia figlia comprenderebbe che per dormire non è necessario il ciuccio ma solo la buonanotte della mamma. Concludo riportando quella che è stata una delle frasi di Francesca che resteranno sempre nel mio cuore e che vi auguro di fare vostra, come ho fatto io:
Un bambino rispettato sarà un bambino risolto #inviaggioconChicco by @TataFrancescaV — Lara Schiesari Rigo (@mammariccia) 4 Luglio 2014
Ciao anch’io sto attraversando il tuo stesso problema.. la mia bambina di due anni e mezzo, probabilmente per aver visto dei compagnetti più piccoli al nido, da qualche settimana mi chiede il ciuccio dicendomi che anche lei è piccola.. tu come hai affrontato la situazione..? Hai ceduto alle richieste..? Grazie mille
il mio bambino non puó dormire senza ciuccio….anzi si sveglia se lo perde!!! purtroppo noi siamo molto vincolati al ciuccio. a tal motivo le ho comprato anche un modello di ciuccio personalizzato con tettarella, colore e anche il nome e disegnino della personalizzazione fatto apporta per lui!