Ieri vi avevo fatto un piccolo resoconto della mia visita in Bauli, organizzata da AIDEPI (Associazione delle Industrie del Dolce e della Pasta Italiane) in collaborazione con The Talking Village, per il progetto Merendine Italiane. Se lo avete perso per sbaglio lo potete recuperare qui. Siccome l’argomento è molto vasto e variegato, oggi volevo soffermarmi su alcuni aspetti che una mamma dovrebbe conoscere per valutare cosa far mangiare a suo figlio.
Prima di tutto inizio con una semplice domanda: qual è la differenza tra snack e merendina? Sembra banale ma la differenza c’è, e si deve sapere. Uno snack è di derivazione anglosassone (già la parola, lo si capisce da sé, non è italiana), ha prevalentemente una conformazione a barretta, può essere anche salato e il suo scopo di esistere è fondamentalmente per la gratificazione momentanea. Non è un momento di consumo, non richiede una necessità nutrizionale, semplicemente lo si mangia per sfizio, per occupare il tempo, e in maniera veloce.
La merendina, viceversa, rientra a pieno titolo nei prodotti da forno, risponde a un bisogno nutrizionale ben preciso (soprattutto nei bambini), viene prodotta sulla base di ricette tradizionali adattate poi al processo industriale. La sua ragion d’essere è ben diversa dallo snack: la merendina ha una sua collocazione temporale, non viene consumata in velocità e spesso viene accompagnata anche da una bibita (latte, aranciata, cioccolata, the, etc…).
Io questa distinzione non la sapevo e da quando mi è stata spiegata mi si sono chiarite molte cose. Innanzitutto il fatto di far mangiare una merendina ai propri figli non deve essere motivo di colpevolizzazione personale: non sono una cattiva mamma, semplicemente dò a mio figlio ciò di cui ha bisogno. Scegliere un prodotto industriale in luogo di uno fatto in casa deve essere una scelta dettata dal buon senso e dalla situazione familiare: quante volte ci siamo sentite in colpa perché non siamo la mamma da mulino bianco che prepara la torta la sera prima per averla pronta la colazione dopo? L’industrializzazione ha anche degli aspetti positivi: ci sono controlli rigorosi, le materie prime sono certificate e controllate, il tutto avviene secondo standard ben precisi e misurabili. Se una mamma sceglie un prodotto industriale non significa che fa una scelta mediocre, significa che fa una scelta consapevole.
La visita in Bauli e il confronto con le mie colleghe blogger mi ha chiarito questo aspetto, che per la mia vita ritengo fondamentale. Io non mi vergogno a dare merendine a mia figlia, purché nella corretta quantità e accompagnate a una dieta sana ed equilibrata. Non sono capace di fare una torta e non ne ho il tempo, però sono capace di leggere le etichette e mi informo, tutto sommato lo scopo è comune: salvaguardare la salute alimentare dei nostri pargoli.
A tal proposito riconsiglio vivamente il download dell’utilissima guida gratuita “Identikit delle merendine” e l’uso del tool messo a disposizione sul sito di MerendineItaliane che suggerisce la merenda più adatta ai vostri figli in base all’età, sesso, peso e altri parametri: risultano 82 varietà di possibili abbinamenti da fargli provare, realizzati con una merendina tra le più diffuse sul mercato e una selezione di complementi, come un frutto, una spremuta, un frullato, uno yogurt.
Se avete domande o riflessioni sono le benvenute!
xoxo mammariccia
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