Per tanto tempo ho sperato di scrivere più tardi possibile questo post, ciononostante quel giorno è arrivato ed eccomi qui. Sono rimasta a casa dal lavoro per la maternità un anno fa eppure mi sembra ieri. Forse può sembrare scontato che io dica così, ma veramente questi mesi si sono susseguiti con un ritmo irrefrenabile che quasi non me ne sono accorta: ieri era Natale, l’altro ieri Ferragosto e domani è già Pasqua.
Questi mesi sono stati i mesi più importanti e intensi di tutta la mia vita: l’attesa, la nascita, i primi mesi di panico, poi la crescita giorno per giorno della mia bambina. Tante volte ho sperato che i giorni passassero in fretta, tante volte mi sono lamentata credendo che quei momenti fossero interminabili, eppure avevano ragione le nonne: “Tutto passa”. E tutto è passato. In un secondo sono passati quasi dieci mesi dalla nascita di mia figlia, l’ho vista piccolissima, spersa, con quegli occhioni furbetti che mi cercavano disperatamente; l’ho vista muovere i primi accenni di autonomia, con quei piedini e quelle manine minuscole che provavano ad afferrare qualsiasi cosa era a portata di mano; l’ho vista rotolare e stare seduta da sola; l’ho vista mettersi in piedi, e con destrezza muoversi nell’ambiente circostante; l’ho vista relazionarsi con gli altri bambini, con quel suo modo impetuoso e dirompente sfidando qualsiasi pericolo che mi ricorda tanto un certo uomo che mi sta al fianco; l’ho vista mangiare tante cose, prima col cucchiaino ma quasi subito da sola, perchè lei voleva essere autonoma a sette mesi (!); l’ho vista addormentarsi in tutti i modi ma non in tutti i luoghi; l’ho vista piangere con i lacrimoni da cartone animato e ridere con quel suo sorriso speciale e unico che da quando è nata ha sempre conquistato tutti quelli che la circondano; l’ho sentita dire “mamma” e “papà” con una vocina così squillante e maledettamente dolce che so già mi farà dannare; l’ho vista emozionarsi per le piccole cose, una foglia, una carta rumorosa, un animale di peluches, una macchina che passa… insomma, l’ho vista crescere sotto i miei occhi, insieme abbiamo attraversato quattro stagioni, 365 giorni, una fine del mondo, siamo andati al mare, in montagna e anche all’estero.
Ne abbiamo fatte di esperienze noi tre, eppure sembra così poco.
Non voglio scrivere una specie di necrologio in mia memoria, in fondo devo solo tornare a lavorare e a dare il mio contributo a questa società. Però non è solo un ritorno al lavoro, è l’inizio di una nuova vita, perchè da quando sono rimasta incinta ho capito che i figli ti costringono a cambiare ritmi, interessi, modi e abitudini in media ogni 6 mesi. La vita non sarà mai più la medesima per un tempo superiore a questo. E ogni volta c’è la paura di non farcela, la paura dell’ignoto, del nuovo equilibrio che si verrà a creare…
Però non mi preoccupo, perché tanto “tutto passa”…
xoxo mammariccia