INIZIO PREMESSA — Grazie ad alcune blogger che mi seguono con inaspettato interesse, e a cui ho chiesto un parere via twitter, posso finalmente dare un nome a questo piccolo appuntamento del venerdì: “Ti metto in Rigo” (sì, faccio Rigo di cognome e sì, è ironico come il contenuto dei miei post), devo dire che mi piace un sacco e ne vado molto fiera! — FINE PREMESSA
Sono in poche a fare le blogger come lavoro a tempo pieno, cioè si contano proprio sulle dita di una mano. La maggioranza delle persone che scrivono un blog lo fanno per passione, per necessità di comunicare qualcosa, per mostrare quello che sanno fare, per lavoro “collaterale” (ad esempio per un cliente o per promuovere la propria attività). Detto questo, è innegabile che il traffico, l’interesse, il coinvolgimento che un blogger può generare attorno a sé ha un peso e un valore per le aziende: quando vi contattano, spesso quello che vogliono è utilizzare la vostra fedele community targhetizzata per far passare il loro messaggio promozionale. Nulla di male, questo è il gioco del marketing, nulla di nuovo e non c’è da scandalizzarsi. Le aziende, o le agenzie che si occupano della promozione per loro, tante volte non hanno idea di come funziona il mondo oscuro dei blogger, delle dinamiche che lo regolano, degli equilibri su cui si appoggia: ad esempio, sono davvero convinti che non ci confrontiamo tra di noi (spesso nei gruppi segreti su FB realizzati ad hoc) e ci mandano bellissime mail leziose che ci fanno sentire le blogger più fighe del pianeta, quando sappiamo bene che l’ho ricevuta identica insieme ad altre mille blogger. Ma questa è un’altra storia.
Se abbiamo aziende/agenzie che non sanno che pesci pigliare, dall’altra abbiamo cinquanta sfumature di blogger, ognuna con una sua coerenza e una sua etica; e siccome ultimamente ne ho viste di cotte e di crude, vi dico la mia (sottolineo la MIA) su quello che deve domandarsi la (mamma) blogger prima di chiedere soldi per un certo lavoro/servizio.
Fatti pagare se:
- Hai una community forte di persone che ti seguono giornalmente: significa che ricevi commenti interessati sotto ai tuoi articoli (i commenti delle altre blogger NON valgono, scrivete per le persone non per le altre blogger – fatta eccezione per questa rubrica :-P), like sui contenuti che posti sui social, domande e confronti che le persone vengono a scriverti negli spazi online.
- Scrivi bene, hai un tuo stile inconfondibile che ti permette di distinguerti: sai incuriosire le persone? Sai appassionare con le tue parole? Sai raccontare storie attorno a cui i tuoi lettori vogliono sedersi per sentire il seguito?
- Offri qualità anziché quantità: in un mondo in cui si fa a gara a chi ce l’ha più grosso, sappiamo bene che alla fine non importa la grandezza ma la funzionalità. Non dico che i numeri non servano, se si lavora bene arrivano spontaneamente (ripetete con me S-P-O-N-T-A-N-E-A-M-E-N-T-E), ma sono una forte sostenitrice della qualità dell’offerta: meglio un blog con pochi lettori ma attivi e in target che tanti ma morti (sostituisci blog con “pagina facebook”, etc…).
- Hai esperienza: sì, questa cosa bellissima ha ancora un valore, a mio avviso. Chi è online da molti anni significa che “ha visto lontano”, significa che è innovatore, ha capito la potenzialità dello strumento e quindi sa come maneggiarlo meglio di chi online è da poco tempo. Tu, blogger bravissima che sei online da tre mesi, ti prego, evita di chiedere un compenso. Siate umili con la vostra storia in rete.
NON farti pagare se:
- Hai un blog che non rispetta le regole grammaticali e logiche del discorso, metti faccine ovunque e scrivi come parli, pensando di essere una novella Joyce. No cara, non sei Joyce, semplicemente non sai scrivere.
- Il tuo blog si chiama “Vasi di fiori addicted” e parli di nuove marche di fazzoletti, di bulloni, racconti il tuo viaggio in India, fai un tutorial di make-up e recensisci l’ultimo libro di Dario Fo. Mmmm… coerenza, suvvia. Se non si capisce che tipo di blog scrivi, anche i tuoi lettori saranno variegati e indistinti: dal meccanico al giardiniere passando per l’appassionata di trucco. Target? What?
- Ok i numeri non sono così importanti ma neppure sono da tralasciare: se hai iniziato da poco e vuoi avere già 10mila visualizzazioni al mese non cadere in tranelli poco leciti, datti da fare con i contenuti di qualità. Idem sui social: vi prego, i followers comprati no, no e ancora no! Un blogger si misura sulla quantità di persone che riesce a coinvolgere, persone non fantasmi.
Come ultimo consiglio vi dico: fate un esame serio e sincero del vostro personal branding e domandatevi se voi investireste dei soldi in un vostro articolo. Da questa risposta capirete che futuro dare al vostro blog.
Cosa ne pensate di questo articolo? Fatemi sapere come vi comportate davanti alle richieste di collaborazione e se avete mai pensato ai punti che vi ho elencato! Al prossimo venerdì con “Ti metto in… Rigo”!
Io credo che l’equivoco nasca dal fatto che si possa pensare che avere un blog voglia dire fare la blogger. Se per fare il medico bisogna aver studiato medicina e per fare l’avvocato è necessario avere una laurea in giurisprudenza, per fare la blogger non serve nulla. O può servire tutto.
È proprio per questo che può essere facile sentirsi autorizzati a chiedere soldi, perché ci si sente legittimati dal fatto che ci sono altri che lo fanno. Altri che, in fin dei conti, sembrano solo scrivere un bel post, metterci una foto carina e condividerlo sui sociale. Sembrano.
Quanto a me: fatti pagare se, punto 4. Se anche dovessi mai poter pensare di farmi pagare, ci vorrà tempo perché succeda!
Sante parole! Hai centrato il punto
Segno e tengo a mente 🙂
“Vi metto in Rigo” è il top! Alla prossima
Grazie :-)) attendevo i vostri pareri!! Condividete 😉
Concordo su tutto! C’è una cosa che però mi sfugge: la “pretesa” di compenso credo presupponga che si sia già in possesso di p. Iva, perché altrimenti non credo che sia “conveniente” farsi pagare e fatturare per qualche post con quello che costa mantenere una p.iva oggi. Mi dirai che esiste la collaborazione occasionale, ma se il rapporto con l’azienda/agenzia diventa continuativo, viene a mancare proprio il principio “dell’occasionalità”… Quindi tornando a quanto scrivi aggiungerei anche che ha senso pensare di farti pagare, se avendo obiettivamente tutti i requisiti per chiederlo, lo fai come un investimento sul blog a livello professionale.
Ah, Ti metto in Rigo è stupendo!!!
Eh qui apri un vaso di pandora: quello che dici è giustissimo e DOVREBBE essere così, ma molte blogger non aprono p.iva perchè rientrano nella soglia di 5000€ annui della ritenuta. Bisogna dire anche che la p.iva se non hai un lavoro che la supporta è impensabile aprirla solo per il blog!
Io sono da poco in circolo ( 1 anno e 1/2) ma non mi farei mai pagare;
Il nome per la rubrica mi piace un sacco!!!!
P.s i gruppi segreti su fb me li sono persi!!!! ahahahhah
Grazie 😀 il nome lo devo alle blogger che me l’hanno suggerito su twitter ;-p
Io appartengo spontaneamente al gruppo “non mi faccio pagare” perchè il mio blog non fa milioni di accessi ma è un posto tutto mio dove scrivo e illustro le cose che mi piacciono e fanno parte di me (seppur diverse tra loro, anche una missione in India, per esempio…).
E’ giusto stare in un target per essere riconoscibili ma, se io non faccio la blogger per lavoro (e soprattutto non prendo compensi per quello che pubblico), sarò ben libera di scrivere cosa voglio? Secondo me SI.
Tutto rispetto per chi lo fa di mestiere, lo svolge bene e, come per qualsiasi altro lavoro, chiede di essere pagato. Credo che il web sia bello anche per il fatto che si trovino cose diverse e che, nonostante tutto, convivano bene insieme!
Originale il nome della rubrica, a presto! Elisabetta
Ciao Elisabetta! Hai perfettamente ragione! Il blog è un pó come il nostro vestito preferito e deve essere cucito sartorialmente addosso a noi, deve comunicare ció che siamo e ció che ci piace! Se hai tanti interessi e vuoi condividerli fai bene a farlo, nel mio articolo parlo esclusivamente di blog che scrivono articoli sponsorizzati ovvero si fanno messaggeri del brand che paga. In questo caso io credo che occorra coerenza di contenuti e di stile 😉
Sono tua affezionata lettrice, lo sai. Sull’annosa questione dei post a pagamento non mi esprimo, perchè non ho nè esperienza, nè competenze. Aspetto però una lezione sulle blogger che cercano qualsiasi genere di collaborazione…quando arriverà???
Vuoi farmi radiare dall'”albo”? 😀 diciamo che nel punto in cui dico che bisogna essere coerenti con i contenuti del proprio blog intendevo anche quello…. Dici che devo esplicitarlo proprio?
Bello Lara! Unico appunto: perché scrivere di queste cose su un mommy blog? 🙂 Ciao!
Perchè mi sto dando una nuova linea editoriale (o almeno ci provo): vorrei che questo blog diventasse una piazza su cui discutere di blogging e famiglia, dato che sono le caratteristiche che mi identificano… Dici che sbaglio?
Brava Lara questi tuoi articoli sul blogging sono davvero interessanti. Piano piano li sto leggendo tutti!
Bellissime considerazioni. Sono blogger da anche meno di tre mesi…e ho già visto blogger con articoli pieni di strafalcioni, che sembrano quelle pagine tradotte automaticamente da Google. Farò tesoro dei consigli e mi comporterò come al mio solito, da formichina…alemno c’è qualcuno sulla terra che mi dice che ne varrà la pena
Che dire, appoggio dalla prima all’ultima riga di questo post.
Vedo cose, ne leggo altre, il target spesso è un’opinione ma soprattutto la capacità di trovare una propria identità chiara che sia riconoscibile e non COPIATA. Ok, l’ho detto!
I tuoi articoli di blogging sono super, me li leggerò tutti con calma.
Cristina Papini
http://www.gallinepadovane.it
Ciao
Trovata per caso ma molto carino questo spazio.
Anch’io ho un blog dove sto cercando di proporre contenuti di qualità. Dove parlo un pò di me e delle cose che mi piacciono, ma soprattutto cerco di dare visibilità alle aziende.
Se ti va di venire a dare un occhiata questo è link http://www.dreamswithlafra.com
Grazie per i preziosi consigli
p.s. sei fra i preferiti
Bacione
La Fra