Ho sempre odiato le cucine giocattolo. Da piccola vedevo quei bellissimi e scanzonati spot anni ’90 dove bambine felici giocavano con il Dolce Forno e il Friggi Friggi e io chiedevo cose del tipo l’Allegro Chirurgo o la pista delle Micro Machines. Insomma, l’amore per la cucina non m’è proprio mai nato ed essendo donna sembra quasi che io dica una bestemmia: vi sento già a dire “ma come, sei una madre, una moglie, devi saper sfamare i tuoi cari”. Sì certo, per carità, nessuno è ancora morto di stenti ma se devo scegliere tra cucinare un riso pronto e un risotto in pentola beh… ehm opto per la comodità. Nonostante la mia scarsa attitudine ai fornelli, mia figlia ama molto vedermi spadellare, forse merito della cucina a vista che abbiamo, e ha espresso più volte il desiderio di aiutarmi o di far finta di cucinare per le sue bamboline.
Detto fatto, le ho preso una cucina piccolina tutta per lei (non abbiamo molto spazio e quei banconi plasticati enormi che manco MasterChef hanno non ci sarebbero mai stati, vedere figura a lato), ma mi sono rifiutata di prendergliela rosa. Non ho mai amato particolarmente questo colore (come potete vedere sono innamorata da sempre del viola e delle sue sfumature) e non ne faccio una questione di parità o meno di genere: credo semplicemente che il mondo sia troppo bello per ridurlo solo a rosa o azzurro. La cucina che vedete nelle foto sotto è di Miniland, azienda spagnola che ha sul mercato italiano molti prodotti per l’infanzia (ad esempio gli scalda biberon, gli umidificatori etc…) ma non l’avevo mai notata per i suoi giocattoli. Cos’hanno di diverso? Innanzitutto il materiale: il tipo di plastica adottato è resistente e decisamente di qualità rispetto ad altre marche che appena cadono (e si sa che con i bambini accade spesso) si crepano o peggio ancora vanno in mille pezzi e schegge. Ce l’abbiamo da circa sei mesi ed è ancora perfetta, come nuova, senza nessun graffio o ammaccatura e vi posso assicurare che è stata sottoposta a test di stress fortissimi grazie ai miei nipoti! Il design è rotondeggiante e allegro, e utilizzano in tutti i loro prodotti una grande quantità di colori “unisex”. Sarà che in Spagna hanno un uso smodato del colore, Desigual docet, ma mi piace tanto che mia figlia abbia dei giochi che le mostrino la varietà cromatica presente in natura.
Per le sue forme e le attività che propone, è un oggetto che non perde mai di attrazione: quando sto cucinando mi basta dirle “vai anche tu a fare da mangiare nella tua cucina” e ci si fionda subito, divertita e contenta di far parte di un rito famigliare come quello della preparazione del cibo. Voi, genitori di figlie femmine, cosa ne pensate? Adorate le cucine rosa e fiocchetti o preferite qualcosa di più colorato? Inutile direi che se avessi un figlio maschio sarebbe altrettanto gradita. Insomma, più colori nei vostri giochi!
Bella!
E concordo con te sui colori…più sono meglio è!
Per citare chi di colori ne ha fatto una bandiera: la vida es chula