Una storia che con parole dolci e semplici affronta il tema della diversità, del sentirsi nuovi, diversi, in una nuova realtà come potrebbe essere quella scolastica. Ma non solo, questo libro narra di una bambina e di un grande desiderio, che potrebbe sembrare banale agli occhi di un adulto, ma fondamentale agli occhi di un bambino; l’essenza delle piccole cose, che a Natale diventano così grandi. Jutta Richter scrive Il mio più grande desiderio per Natale con ritmo lento, invernale, ovattato, una storia normale, una storia di bambini, in quei giorni in cui si sente forte il profumo del Natale e dell’attesa… in quei giorni in cui “quando si guardano per troppo tempo i fiocchi di neve ci si sente piuttosto stanchi”.
Quando abitavamo lungo il fiume, c’erano ancora gli inverni veri: freddo pungente, con tanta neve e fiori di ghiaccio ai vetri delle finestre. Quando abitavamo lungo il fiume, la mamma accendeva la stufa tutte le mattine. …quando aprivo gli occhi sentivo il fuoco scoppiettare. … Poi la mamma mi preparava la cioccolata e mi metteva davanti, sul tavolo, la tazza rosa con le nuvole. Sarei potuta restare per sempre seduta davanti a quella tazza con le nuvole
LO CONSIGLIO PERCHÉ… a Natale è bello ricordarsi che tutto può succedere, sia per i piccoli sia per i grandi.