Ecco, adesso vi scrivo uno di quei post seri, riflessivi e pieni di domande senza risposta. Io vi ho avvisato, eh. Si dà il caso che io mi sia trovata con alcune mamme blogger a discutere su altri mommy blog di nostra conoscenza e ne sono uscite delle riflessioni molto interessanti… però ci siam dovute interrompere per cui vi riporto un po’ di quello che è emerso per poter capire il parere del pubblico, il vostro, e per capire dove stiamo andando e perché.
Funzioni e derivate.
Nella mia esperienza di blogger e nei corsi o conferenze sull’argomento a cui ho partecipato una cosa mi è sempre stata abbastanza chiara: lavorare sul proprio personal branding. Io credo che oggi i blog non siano più semplici spazi di sfogo personale, lo erano ma hanno perso questa funzione nel momento in cui sono arrivati i social e hanno permesso la condivisione di ciò che viene scritto sia a persone di nostra conoscenza sia a un pubblico più vasto ed eterogeneo. A meno che non ci sia una reale intenzione di tenere il blog come diario (ormai rarissima), oggi i blog sono degli spazi di condivisione sia della propria vita (per chi sceglie di raccontare quella) sia della propria professionalità o delle proprie passioni personali. Ciò implica un’ulteriore riflessione: scrivo per me o scrivo per gli altri?
Non è tutto o bianco o nero.
Se scrivo per un pubblico, magari fidelizzato col tempo, significa che questo pubblico si aspetta delle cose da me, o meglio degli argomenti. La dichiarazione d’intenti che si fa sempre nel “chi sono” è quanto mai un patto col lettore; è come dirgli: io scrivo di questo questo e questo, tu sai che qui troverai questi argomenti, fidati. Però. C’è sempre un però: cosa succede quando il/la blogger in questione per motivi personali/sociali/professionali e quant’altro cambia d’improvviso interessi e argomenti? Secondo voi, è giusto proseguire con il blog inserendo argomenti nuovi, anche lontani da quello che era stato sinora il proprio personal branding? A mio parere no. Io mi sentirei una lettrice disattesa, sentirei che il muto contratto che abbiamo stretto non è stato rispettato: perché devo leggerti se a me interessano i gatti e tu adesso mi parli di cani? Non sarebbe forse meglio aprire un blog di cani e uno di gatti in modo da rispondere alle diverse esigenze sorte in essere?
Persona o personaggio?
Alla fine tutto riconduce lì: il blogger è una persona che scrive o è un personaggio? Il confine spesso è molto labile ma credo sia significativo e determinante alla buona riuscita di un blog (se per riuscita si intende lettori, visualizzazioni e “numeri”). Non bisogna mai scordare che ciò che noi siamo online non corrisponde esattamente a ciò che siamo offline, è inevitabile. E lo stile di scrittura lo rispecchia: se dal vivo ho un certo modo di interloquire con una persona, nel web posso essere molto più diretta, ma non significa che io sia falsa o ipocrita, semplicemente la rete, che è il mezzo, mi permette un tipo di approccio diverso. Prendiamone atto. Essere una persona in rete è molto difficile: sembrerebbe un controsenso ma è così, perché tra noi e il mondo online si innescano tanti meccanismi più o meno espliciti per i quali noi non diciamo tutto, non siamo tutto, non rendiamo come nella vita “reale”. Ecco quindi che quando si scrive un blog occorre tenere sempre presente questa distinzione, come nei film: se divento personaggio devo essere coerente con il mio character, non posso essere diversamente da ciò che ho detto di essere. È una gabbia? Può essere, ma credo che riguardi tutto sommato il proprio personal branding: la coerenza ti premia sempre (e anche Google). Fortunatamente nella vita non siamo sempre uguali, le persone cambiano, evolvono, crescono… ecco quindi che anche il loro personaggio subisce gli stessi cambiamenti, è inevitabile perché è la vita. Che fare in questo caso? Trascinarsi la carovana aggiungendo le cose nuove, ma diventando inevitabilmente più pesanti (e forse con sempre più difficoltà a tirarla) o acquistare una carovana nuova, lasciare indietro quella vecchia e partire per un nuovo viaggio? Lascio a voi la risposta…
xoxo mammariccia
Eheheh bella domanda! Secondo me non c’e’ una risposta giusta x tutti. Dipende molto da blogger a blogger… E dagli argomenti trattati, se sono tanto diversi…forse io aprirei un nuovo blog
Per me il blog e’ solo ed esclusivamente un diario, anche se condiviso, e dunque ci sono io come persona intera, mamma, professionista, moglie e donna, con tutti i miei interessi e passioni, dunque non monotematico.
Non ho obiettivi lavorativi, pubblicitari o economici (anzi, visti il mio lavoro non voglio commistioni e mantengo la privacy), ne’ secondi fini e non mi interessano gli altri Social network.
Retro’ vero?
Io seguo i blog come il mio e quelli monotematici mi stufano, così come quelli troppo “coerenti”, che mi sanno di falso.
Dunque, io non aprirei un altro blog ma butterei tutto nel calderone.
Ovvio, però, che tutto dipende dall’obiettivo!
Riflessione molto interessante, la tua.
anche per me dipende da blog e blog, da blogger e blogger.
certo se ho iniziato il blog con una passione-tema-argomento particolare forse sarebbe il caso di aprirne uno nuovo per il ‘nuovo’ interesse.
anche nel mio caso non punto a niente con il piccolo blog, magari! ma credo sia davvero difficile ( anche se un pochetto ci sto lavorando 😉 ) ma io ho aperto il blog come diario di crescita, delle bambine, mio come mamma, ma nel tempo sono passata ad altri argomenti, anche se sempre inerenti alle bambine, alle loro capacità, fantasie… e forse presto si modificherà ancora.
Ma tutto parte da un discorso di ‘blog personale’.
Questo per dire, che se un blog parte come un ‘diario’, non vedo perché non dovrebbe cambiare come la persona che lo scrive cambia nel corso della sua vita, dagli interessi a qualsiasi altra cosa.
Ma se mi inizi parlando di pomodori ( ; ) ) e il tuo blog si chiama pomorolandia, non puoi certo cominciare a parlarmi di cucito O.o
Anche per me il blog è e resta un “diario”, e no, non ritengo di aver stretto alcun patto con i lettori. Scrivo quello che vivo, a seconda del momento che vivo, se piace bene, sennò ci sono tanti altri blog. Quanto al “cambiare argomento”, per me dipende anche dal nome del blog. Se ti chiami “mammapervocazione” e poi inizi a parlare di viaggi da sola con nani lasciati chissà dove allora non ha molto senso, ma se ti chiami “la vita è bella” e hai iniziato a parlare di figli, puoi, secondo me, spaziare dove ti pare. Come dicevo, non c’è alcun patto o contratto: ti interesso, mi leggi, non ti interesso più, vai altrove. Quanto al persona o personaggio, mah, si è sempre un po’ le due cose, per come la vedo io, e va bene la coerenza, ma anche vedere la persona dietro il personaggio piace, anzi, mi pare, leggendo altri blog, che sia la cosa che appassiona di più i lettori….
Sono blogger da pochissimo: alla prima riflessione dico… ho cominciato scrivendo per me (e per lasciare una eredità di me ai miei figli). Ma ora che so che qualcuno mi legge il linguaggio è cambiato ed scrivo anche per voi. Non è un male, è l’evoluzione. Direi quindi che scriviamo per confrontarci. Alla domanda 2 dico sinceramente che se l’interesse iniziale e totalmente abbandonato allora un nuovo blog si fa necessario. Se, invece, sorgono nuovi interessi insieme a quelli vecchi… allora basta una nuova pagina! Il che risponde anche alla domanda 3. Se cancelli il vecchi forse non puoi capire il nuovo fino in fondo.
Bel post! fa riflettere davvero….
dipende anche dal tipo di blog che si apre: diario personale o professionale? a seconda degli obiettivi prefissati saranno decise tutte le altre scelte, ricordandoci che se non piaciamo più i lettori cercano altro
dipende se vuoi guadagnare col tuo blog… se hai bisogno dei tuoi lettori/numeri/visualizzazioni. Il mio blog si chiama Vorrei Essere Mamma ed è nato nel 2008. Adesso ho due figli… parlo d’altro!!! però non sono alla ricerca di lettori… (in pò incartata, non so se sono stata chiara)
è una cosa su cui sto riflettendo da tanto. Il mio blog così com’è mi è diventato.. claustrofobico, ma non so come introdurre nuovi argomenti. Riflettiamoci insieme 🙂
Ho aperto blog non solo per parlare di me e della mia esperienza, ma per condividere idee, opinioni, esperienze. Non credo ci sia nulla di male nell’evolversi così come “adattarsi” ai propri lettori, se chi mi legge vuole parlare con me di cose un po’ diverse da quelle che avevo in mente, posso sempre valutare! In fondo andiamo in cerca di confronto altrimenti avremmo scritto un diario privato e non ci saremmo esposte sulla piazza del web, no?
Ciao, intanto complimenti per il bellissimo post! Io penso che molto dipenda dall’argomento del blog. Il mio l’ho aperto per condividere la mia nuova esperienza di mamma, per confrontarmi con altre mamme e rimettermi in discussione, per fermare gli attimi del mio gremlins che sta crescendo! Prima di questo blog, avevo creato un sito personale per pubblicare le mie poesie e i miei racconti e un portale sui cani con articoli, forum etc. (che poi ho lasciato ad amico che ha deciso di tenere solo il forum) ma quando ho deciso di creare il blog sui figli ho fatto una cosa a sé. Certo, sul mio attuale blog posso scrivere del rapporto cani-bambini ma non potrei mai scrivere delle differenze tra le varie razze di cani, sui diversi tipi di addestramento, di educazione cinofila etc. …se volessi scrivere cose del genere ne aprirei uno nuovo. Anche sulle aspettative dei lettori la cosa può variare, se, prendendo sempre l’esempio dei cani, scrivo articoli sui cani mi devo aspettare (visto che l’argomento è circoscritto) che su quel sito/portale o blog approdino anche lettori esperti e non solo neofili perciò 1) devo sapere esattamente di cosa parlo 2) non devo deluderne le aspettative. Se invece come nel caso attuale scrivo per condividere esperienze personali non mi pongo nemmeno il problema di deludere o meno le aspettative altrui perché il mio fine è il confronto con altre mamme, perciò nulla di professionale!
Per quanto riguarda invece il tuo ultimo punto penso che si diventi “personaggio” quando si è “famosi” come blogger, quando sei “pubblico” come persona in tutto e per tutto oppure quando un blogger lo fa per guadagnare veramente e perciò “crea” il “personaggio” per avere più utenti, negli altri casi invece credo che comunque per quanto ci sia uno schermo che ci divida dagli altri penso che dietro ogni blog ci sia sempre una persona vera, che scrive ciò che vive e pensa senza tanti problemi.
Grazie per l’articolo molto interessante!
Premettendo che sono d’accordo, se mi piacciono i cani e inizi a parlare di gatti non credo che tornerò. Ma il cambiamento di un blog è fisiologico, credo. Se parli di te e tu cambi… Cambia il blog. Puoi tenerti i lettori fissi e decidere di parlare sempre di cani. Ma forse è più bello rischiare e iniziare a parlare di gatti. E vedere cosa succede. Credo. Certo però poi smettendo di dichiararti blogger di cani, questo sì.
Io adoro scrivere, e scrivo molto piú di quanto parlo, quindi questo blog l’ho aperto per darmi una voce dove meglio mi riesce. Tendo a non voler parlare dei fatti miei alla gente, tipo al parco, o fuori scuola. Ho quelle due o tre amiche fidate, ma scrivere ed esprimermi a chi sceglie di venire ad ascoltarmi è diverso. Cosi, ecco il perché del mio blog.
Credo comunque che aprirei anche io un altro blog, se un giorno piuttosto che parlare di gravidanza e bambini scegliessi di parlare di lavoro o di animali. Ma forse chi non lo fa, ha paura di perdere visibilità…
Lara brava. E bel post. Io credo che bisogna essere sempre se stessi e se i propri interessi cambiano (o spaziano) si dovrebbe essere fedeli a se stessi e aprire 2 (o 3) blog oppure, semplicemente, accettare il fatto che perderemo alcuni follower e (probabilmente) ne guadagneremo altri. Nell’ultimo mese ho, onestamente, visto tante e tali maniere scorrette di competere, tante e tali bassezze, tante e tali invidie… questa mia idea ne è uscita rinsaldata: essere se stessi, avere la propria personalità ed identità, mettere passione in tutto.
Un abbraccio ed un saluto
Paola http://www.sissiworld.net/
Ti ringrazio! E posso confermare parola per parola
Io credo di scrivere un po’ per me stessa (non smetterei nemmeno se avessi una visualizzazione) ma ovviamente anche per confrontarmi, altrimenti metterei tutto con funzione privata e via.
Sul secondo punto: se si passa di palo in frasca in modo repentino e senza un nesso, meglio un altro blog e via. Altrimenti se è qualcosa che si può integrare con il progetto iniziale, ci dedico magari una rubrica settimanale o una pagina. Sul terzo punto, io non ce la faccio proprio a fare il “personaggio”, preferisco essere me stessa al 100% anche se probabilmente “paga” meno a livello immediato, spero però sulla lunga che mi ripaghi 🙂