Oggi è venerdì 17 e la rubrica #TiMettoinRigo si adegua al mood della giornata con un argomento un po’ ombroso: la presa di coscienza di ciò che scriviamo di noi e delle nostre famiglie su internet. Il fatto che il mondo digitale sia, appunto, digitale può trarre nell’inganno di credere che si possa parlare, scrivere, agire, mostrare la qualsiasi perchè “tanto chi vuoi che mi legga”. A differenza di altri tipi di blog, in cui l’oggetto dell’argomento è sempre una passione esterna alla propria vita (vedi food blogger, fashion blogger, etc…), le mamme blogger hanno come fulcro dei contenuti quasi sempre la vita personale familiare, nonché quella di altri soggetti coinvolti come i bambini. E qui sorgono dei problemi.
Ci pensiamo mai che un giorno i nostri figli ci chiederanno il conto di ciò che abbiamo scritto su di loro? Tra qualche anno saremo pronte a fronteggiare le loro richieste? Noi mamme blogger ci stiamo prendendo il lusso di scrivere su soggetti che non hanno dato il loro consenso, volenti o nolenti è così. Mi ci metto dentro anch’io eh, non mi voglio assolutamente escludere dal discorso: la scelta che ho fatto quel lontano 2 ottobre 2012 quando ho aperto questo blog è stata quella di scrivere per la maggior parte di me, del rapporto che ho con lei, delle difficoltà che ho con lei. I nostri figli, una volta adolescenti, si troveranno la loro infanzia raccontata pari pari online, alla portata di tutti: le altre mamme leggeranno di quando avete portato vostro figlio al pronto soccorso, i loro compagni scopriranno che fino ai cinque anni faceva ancora la pipì a letto, le insegnanti sapranno che a due anni leggeva già libri con la lettura della buonanotte, gli amici potranno vedere l’itinerario delle sue vacanze al mare e le sue foto di quando aveva i ricciolini biondi. I nostri figli avranno la loro vita personale alla mercè di tutti, e questi contenuti si saranno insinuati così bene nella Rete che toglierli sarà pressochè impossibile: saranno stati condivisi, copiati, screenshottati, manipolati.
Sarete in grado di offrire una difesa adeguata a tutta questa presenza online non richiesta a cui abbiamo sottoposto i nostri figli? Queste domande me le sto facendo sempre più spesso, e parlando con altre mamme blogger ho avuto l’occasione di rifletterci ancora una volta. Una cosa è certa: non possiamo continuare a scrivere sul nostro blog come se scrivessimo un diario segreto, NON lo è. Vi svelo una cosa: anche se siete sotto pseudonimo, il modo di trovarvi e sapere chi siete c’è. La favola del “tanto non lo sa nessuno che scrivo un blog” è davvero solo una favola, non corrisponde alla realtà. Ok, non lo sanno i vostri parenti, ma prima o poi qualcuno condividerà un vostro articolo, una vostra foto, un vostro video, e verrete “scoperte”. Quindi tanto vale partire subito col piede giusto e metterci la faccia. Nome, cognome, faccia. Costruirsi un’identità online non è uno scherzo: si chiama personal branding ed è un’attività ormai imprescindibile per chi scrive contenuti sul web.
Tante mi dicono “ma io non voglio metterci la faccia perchè non voglio che si sappia che ho un blog”. Bene, allora perchè lo stai scrivendo? Perchè ti lamenti che i brand non ti si filano? Perché vuoi monetizzarlo? No perchè se io fossi un brand non investirei un euro con un blogger che non si mostra e non scrive come si chiama realmente, è questione di trasparenza e fiducia reciproca. Lo stesso vale per i vostri bambini: non vi hanno mai dato il permesso di usare la loro immagine pubblica, ve ne siete appropriate indebitamente. E un giorno, non troppo lontano, quel debito vi verrà richiesto indietro.
Sai cosa? Che forse, a volte, le cose prendono una piega diversa rispetto a quanto si pensava all’inizio.
Mi spiego: io credo, o almeno per me è stato così, che quando si apre un blog si pensi davvero “tanto chi vuoi che mi legga”. Si comincia con leggerezza, e si scrive senza pensare troppo. Poi certo, la speranza che quanto uno scrive sia apprezzato e condiviso c’è sicuramente, però è una speranza. Non so quante sono le persone che aprono un blog con l’intenzione di monetizzarlo: di certo ce ne sono, ma non credo che sia un discorso che valga per tutti.
Quando – se – capita che il blog comincia a fare numeri importanti, ecco allora che ci si trova a porsi il problema che tu descrivi, e che io condivido. Però ormai il blog è lì, che mio figlio a cinque anni faceva pipì a letto l’ho già scritto. Che poi, secondo me, è cosa non molto diversa da mettere le foto di mio figlio sul mio profilo personale di Facebook: anche lì, di fatto, sto facendo una cosa che lui non mi ha autorizzato a fare. Certo, è probabile che su un blog scriva molto di più di quanto non pubblichi su Facebook, però mi sembra che le due cose siano molto simili.
Io sono d’accordo con quello che tu scrivi, trovo che sia una cosa alla quale, come genitori, dobbiamo stare molto attenti, però non credo che riguardi solo le mamme blogger. Che ne pensi?
Stasera ci sei andata giù dura! Ma hai ragione! Pensiamoci!
Il #timettoinRigo non è una rubrica costante perchè a volte per riprendersi sono necessarie più settimane
Mi stai facendo paura… stasera scuoti le coscienze senza mezze misure.
E fai bene, forse ci si pensa troppo poco o si sottovalutano le possibili conseguenze future delle nostre parole in rete.
Ps: ho comprato un dominio!!!
Non sei la sola ad avermelo detto 😀 eh, d’altronde oggi è venerdi 17, non potevo fare diversamente
Quando si scrive in un blog o anche in fb, si postano foto, si commenta, bisogna sempre fare attenzione e pensare che prima o poi quello scritto può essere letto o quella foto può essere vista da chi non vorremmo. Ci vuole sempre tatto e mai nominare nessuno in modo esplicito.
Io ho il mio controllore di fiducia, mi marito, è il mio moderatore e mi cazzia se esagero 😉
Io non ho i miei dati personali sul blog, ma nemmeno in Fb ho il mio nome vero. Sono scelte dettate da motivi ben precisi.
Ciao Lara,
ti ho letto un po’ di tuoi post indietro e anche se non sono una mamma blogger (perché non sono una mamma, purtroppo) sono una blogger su un tema un po’ insolito e seguo moltissimo i blog anche dedicati ad argomenti molti diversi dal mio. Hai sollevato una questione difficile e controversa e mi trovo totalmente d’accordo con te. Di recente si sono fatte molte discussioni e polemiche sulle foto dei bambini on line (Facebook, blog personali) e la cosa che mi ha più stupida è stato leggere gli strali e i fulmini di mamme blogger che non hanno messo foto, ma hanno raccontato fatti personalissimi della vita dei loro bambini. Ma non è la stessa cosa in fondo? Cioè salvaguardo la tua privacy non mettendo la tua immagine ma racconto che sei sonnambulo e hai fatto la pipì a letto fino a 15 anni. Io che sono nata molti anni fa ricordo con orrore mia madre che raccontava a parenti e amiche certi miei fatterelli personali di bambina che avrei preferito tenere riservati.
Il problema esiste comunque non solo per le mamme blogger, ma per tutti anche perché i blog che funzionano sono quelli “veri” dietro ai quali ci sono persone vere. Per dire io tratto un tema particolare (diciamo storia) ma sono vera, i lettori mi scrivono, rispondo sempre ai commenti e in varie occasioni (visite a mostre e musei) ci siamo incontrati, conosciuti, annusati. Poi siccome sono appunto una persona vera capita che abbia raccontato anche cose personali e questo piace moltissimo perché il blog è anche condivisione è la creazione di una forte empatia fra lettore e autore. Certo io coinvolgo solo me stessa, mio marito e i miei gatti mentre quando ci sono di mezzo dei figli la questione si fa decisamente più complessa. E non è cancellando le foto che si risolve.
grazie comunque per avere avviato la riflessione
Finalmente trovo il tempo per scriverti anche qui che mi trovi completamente d’accordo. Le mie Twins ormai hanno ormai 9 anni e quando ho aperto il blog, nel lontano 2011, era solo un diario di racconti di vita che, anche se veniva letto da 4 gatti, ho sempre scritto con un presupposto “se domani lo leggessero in 100.000 gatti, le mie figlie avrebbero di che vergognarsi?”. Questo presupposto sicuramente mi ha fatto vivere nell’ombra per anni perché nell’era del Grande Fratello, la gente è spesso più curiosa di leggere fatti personali che contenuti di tipo informativo, ma somo felice della scelta che ho fatto perché so di non avere danneggiato in alcun modo l’immagine delle mie bambine.
Oggi loro stesse sono felici di partecipare attivamente al mio blog ma io continuo a scrivere partendo da questa domanda “se i tuoi amici leggessero questo articolo o vedessero questa foto, te ne vergogneresti?”. A volte mi capita di ricevere dei SI è per rispetto nei loro confronti evito di pubblicare su Instagram la foto mentre fanno una smorfia o di scrivere i dettagli di una situazione imbarazzante. Insomma preferisco prenderla larga e trarre spunto da una nostra esperienza per scrivere qualcosa che possa tornare utile agli altri, senza però mai entrare troppo nel personale.
Salve!
mi chiamo Gianna e lavoro per http://www.biosolex.com un negozio on line di Giocattoli Ecologici per Bambini e Neonati.
Noi siamo sempre alla ricerca di blog interessanti, mi ha colpito molto il vostro, mi piacerebbe, se fosse possibile, poter collaborare e far conoscere la nostra attività attraverso il vostro blog.
Noi abbiamo dei prodotti molto particolari, come i giochi in legno della Hape Toys, uno dei maggiori produttori mondiali di giocattoli in materiali sostenibili, al tempo stesso creativi ed eco-compatibili.
http://www.biosolex.com/hape/
Resto in attesa di un suo riscontro.
Cordiali saluti,
Gianna Pellecchia.