C’è che tu guardi qualcosa per tanti mesi, ti appassioni, entri dentro alla storia, te la sogni pure di notte, e ad un certo punto arriva lui, anzi LUI: il finale di stagione. Io odio i finali di stagione, odio i finali in generale perchè mi lasciano sempre un po’ quel vuoto che devo colmare con qualcos’altro da guardare o leggere. Non so se esista una sindrome che descriva questo stato di malessere ma vi assicuro che io ce l’ho.
Tipo che mi devo ancora riprendere dal finalone di Game of Thrones di lunedì scorso (no non spoilero, state sereni), una puntata eccelsa e con punte di perfezione così alte che a mio parere sfiorano l’Oscar per la sceneggiatura. Come si fa a restare dieci mesi senza sapere il seguito… come?? Mi succede anche con i libri, ho quest’ansia di arrivare fino alla fine e quando ci sono arrivata spesso dico: “Bene, e quindi? E dopo? Datemene ancora!!”. Sì, son un po’ drogata di storie.
Mi piace vivere la vita degli altri attraverso le storie, mi piace capirne le logiche, i personaggi, l’evoluzione della trama, è uno dei motivi per cui ho studiato e lavorato nel campo editoriale per tanti anni: ho sete di storie. Ho sempre pensato che u giorno ne avrei scritta una mia, e magari quel giorno arriverà prima o poi, chissà, però nel frattempo mi drogo di serie tv come se non ci fosse un domani, alla ricerca frenetica del finale perfetto, quello che ti lascia appagato e contento. Cosa che, se notate, non vi succede mai.
Oltre a odiare i finali di stagione, io odio profondamente i finali aperti: sì, quelle situazioni che ti dicono “ah sì è finito però… eh eh… c’è ancora quel particolare che potrebbe condurre a un’altra vicenda…” maledetti finali aperti, maledetti. Io sono ancora maledettamente attaccata al modello del “vissero felici e contenti” ma non tanto per quello che riguarda la parte dell’happy ending, quanto per la chiusura decisa di tutte le linee narrative senza possibilità di altre ipotesi: Cenerentola si sposa il Principe e la matrigna e le sorellastre muoiono di invidia, punto. Ah che bellezza i finali così!
Oggi le storie non finiscono mai del tutto, un po’ per una questione commerciale e un po’ perchè la vita stessa, in fondo, è un finale sempre aperto. Me ne farò una ragione.