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Zootropolis: recensione di un film sulla diversità

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Written by Lara Rigo

Domenica scorsa abbiamo fatto un grande passo nella storia della nostra famiglia: siamo andati al cinema tutti e tre insieme. Io, quello grande e quella piccola. Nella stessa sala, a vedere la stessa cosa. Aspettavo questo momento epocale da tempo in quanto la piccola ormai fa quattro anni tra poco e credo possa essere pronta per il grande schermo. Per un’occasione così importante ho scelto il nuovo film d’animazione Disney “Zootropolis” uscito nelle sale il 18 febbraio 2016.

Non sapevo bene cosa aspettarmi, avevo visto il trailer con Flash il bradipo quando ero andata a vedere di Star Wars VII e ricordo che mi avevano colpito molto la grafica e le battute dirompenti. Devo dire che l’aspettativa non è stata delusa: è un film d’animazione davvero bello, con molte linee di narrazione utili a diversi argomenti. L’ho trovato veramente all’avanguardia su quest’ultimo aspetto. Ok, adesso vi prendete due minuti e guardate il trailer perchè io ho riso come una pazza:

Le tematiche principali sono due e, dato il momento storico in cui viviamo, credo siano di vitale importanza oggi in un cartone per bimbi: la possibilità di essere qualsiasi cosa si vuole a prescindere dai limiti fisici e la diversità come arricchimento, anziché una minaccia, per la comunità.

zootropolis recensioneTry everything ci canta una Shakira formato gazzella (sì, è proprio lei e sì, l’hanno fatta diventare una gazzella fighissima) ed è una tematica che attraversa Zootropolis sin dalle sue prime scene: la protagonista è una coniglietta molto tenace che non si arrende di fronte ai propri limiti (il fatto di essere femmina, in primis, e il fatto di essere un coniglio con tutte le ristrettezze del caso) ma li supera resistendo a tutte le prove che le vengono sottoposte. Badate, però, che non viene certo mostrata come una coniglietta figherrima e perfetta stile Jessica Rabbit (che poi non era manco un coniglio ma vabbè, avete capito lo stesso), anzi, mostra spesso le sue fragilità e la sua testardaggine in diverse occasioni. Insomma, Judy è una di noi, piena di grinta e pronta a conquistarsi il suo posto nel mondo, a prescindere da come la natura l’abbia dotata. Ma Try everything riguarda un po’ tutti a Zootropolis, dalla volpe che può essere leale e degna di fiducia al leone che ricopre la carica di sindaco e garante della sicurezza pubblica. Certo, poter essere quello che vuoi porta anche una discreta dose di difficoltà, e i protagonisti ne mostrano spesso le conseguenze. Maturare significa anche questo: prendere atto che la vita non è una favola dove tutto finisce bene e stop, ma è una conquista continua e costante.

Il secondo argomento di questo film è la diversità e la Disney ci ha spiattellato davanti l’utopia della coabitazione senza mezzi termini: predatori e prede che convivono insieme in armonia, con regole e diritti uguali per tutti. Un bel mondo ideale che, però, rischia di andare in pezzi a causa di un elemento: la frustrazione e la paura del diverso. La prima porta inevitabilmente alla seconda e quando la paura prende il sopravvento ecco che l’equilibrio appare molto più precario di quanto non sembri. Mi piace è piaciuto molto il fatto che venga mostrato ai bambini a cosa può portare la paura, le sue conseguenze nella società, e mi piace che ne venga data una lettura così veritiera e incredibilmente aderente alla realtà.

Come è andata la nostra prima volta al cinema? Direi bene, la piccola si è alzata solo durante la pausa e ha seguito tutto con interesse ed entusiasmo. Sono certa che sarebbe potuto esserci un documentario sull’alimentazione delle formiche rosse dell’Himalaya e le sarebbe piaciuto ugualmente, perchè alla fine è pur sempre il cinema e da piccoli, si sa, è ancora più grande.

Voi l’avete visto Zootropolis? Vi è piaciuto?


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