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Perchè ho detto sì

Written by Lara Rigo

Conobbi la Lega del Filo d’Oro l’anno scorso, quasi per caso, sul treno di promozione di Expo che passava da Verona. Tra i vari stand proposti ce n’era uno azzurro con un signore dal viso simpatico e siccome non c’era nessuno ad ascoltarlo mi avvicinai incuriosita. Quel volontario era un donatore della Lega del Filo d’Oro da non so quanti anni, e ne parlava con un tale zelo e con un tale cuore che non mi sono sentita di rifiutare la sua offerta di diventare donatrice regolare. Non sono una che si lascia convincere facilmente, ma le parole di quel volontario mi hanno colpita profondamente, soprattutto perchè si parla di bambini sordociechi e pluriminorati psicosensoriali. Da quasi un anno ogni mese la Lega del Filo d’Oro mi ringrazia per il mio modesto contributo, non sapendo che in realtà sono io che dovrei ringraziare loro perchè mi danno la possibilità di fare qualcosa di concreto in questo mondo dove non si ha mai tempo per fare, per pensare, per agire. 

lega filo d'oro

Ma che cos’è la Lega del Filo d’Oro?

“Non può, non riesce” è un ritornello che risuona spesso nella mente dei familiari, dei medici e di quanti hanno a che fare con i bambini sordociechi e pluriminorati psiconsensoriali. Dal 1964 per la Lega del Filo d’Oro invece, nonostante la gravità delle loro pluriminorazioni, i bambini possono imparare a comunicare e a sviluppare un certo grado di autonomia raggiungendo una buona qualità della vita. Il volontario che conobbi personalmente mi ha raccontato con dovizia di particolari tutta la difficile strada che aveva fatto la fondatrice Sabina Santilli a metà del secolo scorso: donna sordocieca che viveva in un piccolo paese contadino dell’Abruzzo negli anni Venti e che grazie alla sua determinazione, alla sua intelligenza e alla sua instancabile volontà di entrare in dialogo con il mondo riuscì a mettere in rete i sordociechi italiani, a dare visibilità alla loro esistenza, ai loro problemi e ai loro diritti, fino a creare nel 1964 la Lega del Filo d’Oro. La sua vita è raccontata nel libro Le mie dita ti hanno detto che ho avuto il piacere di leggere.

Ad oggi ogni progresso è raggiunto grazie a una èquipe interdisciplinare che al Centro di Osimo esamina le potenzialità residue di ogni singolo bambino e studia per lui un programma riabilitativo personalizzato volto ad aumentare le sue potenzialità. Un traguardo ambizioso che può essere raggiunto con la passione e la professionalità degli operatori, ma anche grazie al prezioso aiuto dei sostenitori.

Cos’è “Adotta un mondo di sì”?

Le donazioni regolari rappresentano lo strumento fondamentale per favorire la costruzione di strutture specializzate e per l’assunzione di personale qualificato capace di aiutare i bambini a valorizzare le proprie capacità: ogni bambino viene seguito nel proprio percorso individuale, scegliendo la terapia migliore in virtù delle diverse esigenze. 

È per questo che ho scelto questa forma di donazione rispetto a quelle più saltuarie, perchè significa impegnarsi costantemente, sapere di avere un appuntamento irrinunciabile a cui non si deve mancare.

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Dire di sì ad una donazione regolare è semplice ed è alla portata veramente di tutti: si possono donare 10, 15, 20 o 25 euro al mese, il tutto in modo semplice ed immediato e ciascuno ha la possibilità di interrompere la donazione in ogni momento. I programmi di adozione regolari di Lega del Filo d’Oro sono quattro e si differenziano per la tipologia di importo e per la frequenza (mensile, trimestrale, semestrale, annuale):

  1. 10 euro = sì, io posso
  2. 15 euro = sì, io comunico
  3. 20 euro = sì, io divento grande
  4. 25 euro = sì, io con la mia famiglia

Ogni progetto è specifico e si possono trovare le descrizioni qui. Nel sito della campagna Adotta un mondo di sì si possono leggere le testimonianze di tutti coloro che già hanno scelto di offrire il loro sostegno: ma perchè questo nome? Quando nasce un bambino sordocieco e/o pluriminorato psicosensoriale dai medici, infermieri ma anche gli stessi familiari, risuonano una serie di NO “NON può, Non riesce, non potrà fare” perché nel bambino si vedono solo le mancanze e non le potenzialitàAlla Lega del Filo d’Oro invece, non si guarda a quello che il bambino non può fare, ma quello che Può fare, lavorando sui sensi residui e valorizzandone le potenzialità.

Per cui dove gli altri dicono NO, la Lega del Filo d’Oro risponde con un “Sì, si può fare”, lavorando sui residui. Da qui “Un mondo di sì”

Per dimostrare questo, il testimonial dell’iniziativa di quest’anno è il piccolo Agostino, affetto dalla sindrome di Charge, che grazie all’assistenza fornita da Lega del Filo d’Oro è riuscito a fare importanti progressi, raccontati da una toccante lettera che la madre ha scritto per lui ed è pubblicata sul sito Adotta un mondo di sì. Agostino è l’esempio perfetto di come la Lega del Filo d’Oro guarda alle persone che incontra: infatti, come testimonia la mamma, “dopo aver passato molti mesi in ospedale senza muoversi, una volta arrivato alla Lega del Filo d’Oro, è stato trattato da bambino, e si è cominciato a lavorare sulle sue potenzialità”.

Voi da che parte state: quelli che dicono NO o quelli che dicono SI?


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