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La mia Thank You Therapy

thankyou therapy
Written by Lara Rigo

Pensateci bene: quanti grazie dite in un giorno? E chi sono i destinatari della vostra eventuale riconoscenza? La media non deve essere altissima, eppure ringraziare ogni giorno ed essere grati per quello che abbiamo o che hanno gli altri è una delle pratiche più antiche e più confermate per avere una vita serena e felice.

Mi trovo in un periodo di transizione, sia personale sia lavorativo, e quindi sono molto sensibile ai cambiamenti e alle ripercussioni che le mie azioni hanno sulla vita degli altri. E quindi perché non essere io la prima a migliorarla? Basta poco, basta un grazie. Sembra una cavolata e soprattutto sembra scontato, invece è un’arma potentissima che pochi sfruttano. Un’arma bianca.

thankyou therapy

L’ho chiamata la mia personale “Thank you Therapy” e devo dire che da quando l’ho iniziata mi sveglio ogni giorno carica di una positività che prima non avevo e non ero capace di trovare. Come per le magie più belle, spesso la chiave risiede nella parola stessa all’atto della pronuncia: “Grazie” ha origine dal latino “Gratia”, termine dai significati variegatissimi, fra cui amicizia, favore, piacevolezza, leggiadria, gratuità, e non ultimo gratitudine. Una parola tantissime sfumature e tutte positive. Quando la si pronuncia verso una persona, questa viene inondata da una carica di empatia che noi le inviamo, una connessione, che appone un marchio di valore a quella relazione. Che sia la vicina di casa, la maestra dell’asilo, il collega di lavoro, il vicino di posto in treno: c’è sempre un buon motivo per dire grazie.

E se durante il giorno ci viene abbastanza facile, vuoi perché incontriamo o sentiamo molte persone, vuoi perché è quasi impossibile non relazionarsi con nessuno, la cosa più difficile è proseguire la pratica in casa e alla sera: è buona norma al termine di ogni giorno, dedicare del tempo per pensare a cosa è andato bene, cosa c’è stato di positivo nella nostra vita e per cosa si può essere riconoscenti. Meglio ancora se lo facciamo insieme ai nostri figli e al nostro compagno.

Sì perché questa non è una terapia singola, è una terapia di gruppo: più si è e meglio si sta! Insegnare ai propri figli a ringraziare sempre e a essere riconoscenti e appagati per quello che hanno e per quello che sono alla lunga diventa uno dei doni più grandi che un genitore possa lasciare in eredità. Perché essi diverranno persone che porteranno positività e amore nel mondo. Diceva Sant’Agostino: “La felicità è desiderare quello che già si possiede”.

Non sono solo io la pazza che tenta di fare questa terapia d’urto quotidiana per sentirsi bene, e non è solo Sant’Agostino o il buon senso che lo suggeriscono da decenni, ma si inserisce anche in uno dei punti del bellissimo Positivity Plan (di cui avrò modo di parlarvi ancora) messo a punto da Kellogg’s Special K al fine di aiutare le donne a raggiungere una nuova consapevolezza: celebrare ogni giorno i propri piccoli e grandi successi.

Consiglio last minute: avete tutte le buone intenzioni di questo mondo ma siete, come me, smemorati cronici? Vi consiglio di creare una bella tabellina dei grazie da apporre in cucina, a vista di tutti gli abitanti della casa, in modo da creare una specie di gara giornaliera dei “grazie”. Chi arriva a sera e ha totalizzato più punti vince un bel premio, quantizzabile in baci e abbracci a volontà! Ricordate che l’unica prescrizione per seguire questa terapia è: fate del bene per sentirvi bene, tutto il resto è fuffa.

Ecco i risultati della ricerca promossa da Kellogg’s Special K, cosa ne pensate? Più positività per tutti!positive plan thank you therapy

 

 

Post sponsorizzato da Kellogg’s Special K


2 Comments

  • Ottima terapia! Mi piace molto questo post, bella riflessione! Bella l’idea che sta alla base del Positivity Plan del progetto che racconti, ottima terapia!

  • Beh, io da parte mia, applico anche quella del “… Grazie E buona giornata a Lei” a tutte le persone che escono dal mio negozio e devo dire che funziona! E cerco di insegnarla anche al mio piccolo ed a tutti quelli che ci circondano. E devo dire che funziona, beh, quasi sempre almeno!

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