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Quando una mamma dubita di se stessa

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Essere una mamma non significa sapere tutto ed essere sempre certi di qualsiasi cosa si faccia o si dica. L’essere mamma è come un videogioco tipo Super Mario Bros: mano a mano che si procede verso la meta si acquistano super poteri che ti aiutano a sconfiggere i nemici, si incontrano aiutanti che ti possono indicare la strada giusta, si devono affrontare ostacoli, a volte piccoli come i funghetti e a volte enormi e quasi invalicabili.

Nei videogiochi, però, Super Mario non dubita mai di se stesso, lui sa di essere l’idraulico più bravo e baffuto al mondo e conta ciecamente sulle sue capacità per raggiungere la meta finale (ma voi ci siete mai riuscite a finirlo?! Io no, ve lo dico!). Invece una mamma a volte [spesso] non sempre si sente così certa del proprio status e basta un nonnulla per mandarla in crisi: può essere una critica detta dallo sconosciuto di turno che si sente sempre autorizzato a dire la sua; possono essere delle macchiette apparse all’improvviso sulla pelle del bambino e di cui non si capisce la provenienza; può essere anche un membro della tua famiglia che ti fa sentire incapace e inadeguata in ogni circostanza.

Una mamma è sempre under pressure. In casa, a scuola, in famiglia, al parco, in tutti i luoghi e in tutti i laghi si trovano situazioni in cui vengono messe a dura prova le proprie conoscenze e le proprie sicurezze. E prima o poi saranno i figli stessi a farlo in primis. Quando sono piccoli si affidano completamente a te, che sei la loro luce e il loro punto di riferimento, però poi quando crescono giustamente iniziano a sbattere le ali per volare da soli e per autodefinirsi hanno bisogno di “distruggere” la loro origine. Ma a questo per ora meglio non pensarci, ho ancora un dieci-undici anni per prepararmi!

Spesso vedo che si tende a non mostrarlo, ma quante di voi si sentono sicure di quello che stanno facendo con i loro figli? Quotidianamente mi interrogo se sto procedendo bene sull’educazione, sull’insegnamento all’autonomia, sulle piccole cose che ci si aspetta che una mamma faccia con il suo bambino. Credo sia giusto non sentirsi mai “arrivate”, porsi sempre in uno stato di allerta del tipo “vado bene così? sto facendo la cosa giusta?” perchè significa che si dà spazio al cambiamento di rotta, che si è pronte anche a mettersi sempre in discussione; d’altronde come si può riuscire ad essere sempre sicuri della propria strada se quando partorisci non ti danno il navigatore satellitare rigorosamente for mum?

PS= in questi ultime settimane sto dando libero sfogo alle mie riflessioni mammesche… mi piacerebbe sapere se questo tipo di post vi piacciono/interessano!

xoxo mammariccia


5 Comments

  • Il dubbio e l’insicurezza sono due cose diverse, penso. Il dubbio, porsi domande, confrontarsi e sapere accettare consigli e riconoscere che c’è qualcuno che in quella cosa riesce meglio di te – non facile, per noi mamme – è un conto, vivere nella paura è paralizzante, è quella cosa che alla fine non ti fa scegliere, è quella cosa per cui non riesci più a dire di no e a sopportare un quarto d’ora di strepiti che però svaniscono in un puff e così via.

  • Giusto l’altro giorno mi è venuta la paranoia di essere troppo poco severa e di dargliele sempre vinte. Bang Bang ha un carattere esplosivo e si fa capire molto bene quando vuole qualcosa, protestando se non la ottiene subito. (considera che lui fa un anno venerdì). Con mio marito e la sua tata, però, sembra essere molto più accondiscendente. Ecco….sto sbagliando tutto, mi ritroverò ad essere una di quelle mamme tirannizzate dai propri figli…

  • Innanzitutto rispondo alla tua domanda finale: a me sì! A me piacciono questi post. E’ esattamente il tipo di scambio che mi interessa.
    E aggiungo che sì, mettersi in discussione è d’obbligo e salutare. Come lo è leggere, confrontarsi e approfondire i temi dei bambini. Però arriva un certo punto, o almeno certi momenti, in cui è bene dirsi “questo lo so, lo so perchè sono io la mamma” fidandosi di se stesse, schermando fuori tutte le interferenze che ci rodono via le sicurezze. E’ un equilibrio sottile, quello tra i dubbi salutari e le incertezze che appannano.

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